La Locanda di Emmaus
Gesù è morto da qualche giorno: è stato crocifisso a Gerusalemme! E con Lui sembrano essere morte tutte le speranze che si erano accese nelle persone che lo avevano seguito o anche solo conosciuto. Nessuno, dalla Galilea alla Giudea, è così forestiero da non conoscere Gesù e da non sapere che “brutta fine” ha fatto e anche qui ad Emmaus, un paese a circa 11 km da Gerusalemme, nella locanda di Giacobbe e sua moglie, tutti i discorsi ruotano intorno a Lui. Gli avventori della locanda, in un modo o nell’altro, sono venuti a contatto o a conoscenza con Gesù, che ha cambiato la loro vita, in modo più o meno radicale. Ma appese a quel legno della croce sembra che ci siano anche le aspettative, se non di tutti, almeno di molti. Ma proprio quando la locanda si sta per svuotare, quando cala la notte, una nuova luce viene ad illuminare le tenebre! Due sconosciuti entrano di corsa e dicono a tutti che l’impossibile è diventato realtà: Gesù è ancora vivo!
In occasione del piano pastorale proposto dal nostro Vescovo Mauro alla diocesi, che ha come icona biblica il passo dei discepoli di Emmaus, il nostro laboratorio ha voluto inserirsi con la scelta di questo spettacolo, che permette una profonda riflessione sulla figura di Gesù e ci interroga sulla nostra fede, da rileggere proprio alla luce della Pasqua. Per questo ci è sembrato opportuno rappresentarlo per la prima volta proprio in questo periodo e, in particolare, la vigilia della Domenica in Albis. Un modo giovane, interessante e divertente di toccare quei temi esposti nel piano pastorale e che riguardano la vita di ognuno e della comunità.
L’idea, poi, di mettere in scena un nuovo spettacolo “in costume” ha sicuramente allettato tutti, in particolare le mamme che ci hanno dato una mano a cucirli ed arricchirli. Così, alle semplice tuniche utilizzate in Paulus, si sono aggiunti accessori e particolari che hanno arricchito ancora di più lo spettacolo e la scena.
Particolare cura è stata data anche agli oggetti di scena, recuperati nelle case di nonne e paranti, ma anche realizzati in legno, carta pesta, cartoncino e altri materiali.
Anche la scenografia è stata curata nei minimi particolari, grazie anche all’aiuto di un architetto che ha messo a disposizione la sua professionalità e ai papà che hanno dato una mano molto volentieri.
Ma non solo l’architetto a messo a disposizione la sua professionalità. Infatti alla prima, tra gli altri, nel pubblico c’era un nostro grande amico, attore professionista, che si è offerto di aiutarci gratuitamente per migliorare quegli aspetti su cui dobbiamo lavorare di più! Ha messo a disposizione le sue capacità e la sua competenza perché, come ci ha detto, è rimasto colpito dallo spirito che ci unisce e dall’energia che trasmettiamo! È stata un’occasione di crescita stupenda!
Visto che il piano pastorale è biennale, questo sarà lo spettacolo “ufficiale” anche per il prossimo anno, anche se, sicuramente, nel 2010/2011 si lavorerà per un’altra rappresentazione!
In occasione del piano pastorale proposto dal nostro Vescovo Mauro alla diocesi, che ha come icona biblica il passo dei discepoli di Emmaus, il nostro laboratorio ha voluto inserirsi con la scelta di questo spettacolo, che permette una profonda riflessione sulla figura di Gesù e ci interroga sulla nostra fede, da rileggere proprio alla luce della Pasqua. Per questo ci è sembrato opportuno rappresentarlo per la prima volta proprio in questo periodo e, in particolare, la vigilia della Domenica in Albis. Un modo giovane, interessante e divertente di toccare quei temi esposti nel piano pastorale e che riguardano la vita di ognuno e della comunità.
L’idea, poi, di mettere in scena un nuovo spettacolo “in costume” ha sicuramente allettato tutti, in particolare le mamme che ci hanno dato una mano a cucirli ed arricchirli. Così, alle semplice tuniche utilizzate in Paulus, si sono aggiunti accessori e particolari che hanno arricchito ancora di più lo spettacolo e la scena.
Particolare cura è stata data anche agli oggetti di scena, recuperati nelle case di nonne e paranti, ma anche realizzati in legno, carta pesta, cartoncino e altri materiali.
Anche la scenografia è stata curata nei minimi particolari, grazie anche all’aiuto di un architetto che ha messo a disposizione la sua professionalità e ai papà che hanno dato una mano molto volentieri.
Ma non solo l’architetto a messo a disposizione la sua professionalità. Infatti alla prima, tra gli altri, nel pubblico c’era un nostro grande amico, attore professionista, che si è offerto di aiutarci gratuitamente per migliorare quegli aspetti su cui dobbiamo lavorare di più! Ha messo a disposizione le sue capacità e la sua competenza perché, come ci ha detto, è rimasto colpito dallo spirito che ci unisce e dall’energia che trasmettiamo! È stata un’occasione di crescita stupenda!
Visto che il piano pastorale è biennale, questo sarà lo spettacolo “ufficiale” anche per il prossimo anno, anche se, sicuramente, nel 2010/2011 si lavorerà per un’altra rappresentazione!